Per i mercati finanziari e gli investitori azionari e obbligazionari, il 2022 è iniziato in modo terribile. 

Guerra in Ucraina, tassi in rialzo in quasi tutto il mondo, inflazione fuori controllo, nuovi lockdown in Cina e Corea: le obbligazioni globali sono scese di oltre il 10% e i titoli tecnologici sono sotto una fortissima pressione dopo anni di crescita.

Più i mercati azionari e obbligazionari globali affondano, più gli investitori iniziano a farsi domande.

Quando i mercati avranno davvero toccato il fondo? A che punto avranno scontato una crescita futura più debole (compresi i plausibili scenari peggiori)? Quando si avvierà la successiva fase di ripresa?

Tali riflessioni sono, per usare un eufemismo, non banali. Economie e prezzi dei titoli sono interconnessi in modo complesso e le relazioni tra di loro sono in continuo mutamento. 

Ecco perché anche i più sofisticati modelli fondamentali o algoritmi sono incapaci di fare previsioni affidabili.

Ma noi esseri umani siamo esseri “decisori”. E le decisioni richiedono invariabilmente valutazioni probabilistiche, per quanto incerte, dei risultati futuri. Quindi, proviamoci.

Obbligazioni: qual è l’andamento del mercato?

Iniziamo dalle informazioni che arrivano da alcuni indicatori sui mercati obbligazionari

In questo momento i valori di mercato scontano che la FED (la banca centrale americana) aumenterà i tassi di interesse oltre il 3% entro l’inizio del 2023, con un picco al 3,5% a metà 2023. 


Cosa significa scontare in finanza?

Quando si parla di “mercati che scontano”, si intende il fatto che anche se le banche centrali non hanno ancora alzato i tassi a determinati livelli, il mercato ha già portato i prezzi di azioni e obbligazioni ai livelli che riflettono un aumento dei tassi come fosse già avvenuto. 

Nella condizione attuale, il prossimo rialzo dei tassi, che avverrà a giugno, non comporterà alcun cambiamento sui mercati, perché un evento giù incorporato nei prezzi attuali, ampiamente previsto.


Questo implica altri 10 rialzi dei tassi da parte della FED in meno di 1 anno. Eppure, se l’economia dovesse iniziare a dare chiari segni di rallentamento, sarà davvero difficile vedere realizzarsi questo scenario, con molti vantaggi per gli investitori obbligazionari.

Obbligazioni e inflazione

Cosa accade, invece, rispetto all’inflazione? Già oggi il rendimento del titolo di Stato decennale USA è sufficiente a coprire il tasso di inflazione atteso per i prossimi 10 anni.

Dunque un investitore americano sarebbe in grado di proteggere il proprio potere di acquisto con un “banale” titolo di stato.

Un fattore fondamentale per vedere più chiaro su questo aspetto, saranno le rilevazioni sull’inflazione dei prossimi mesi: tanto più indicheranno un dato in discesa o in fase di stabilizzazione, tanto più i mercati inizieranno la ripresa.

Facciamo un esempio: se le strozzature della produzione e della distribuzione a livello mondiale si attenuano e il tasso di partecipazione alla forza lavoro statunitense aumenta, allora parte dell’auspicata riduzione dell’inflazione sarà raggiunta senza troppi rialzi dei tassi da parte delle banche centrali

Per ora, tuttavia, il nuovo lockdown causato dal Covid-19 in Cina e il proseguire della guerra in Ucraina non sono segnali incoraggianti.

Molto dipende anche da altri fattori:

  • la capacità di spesa delle famiglie e delle imprese
  • l’impatto dei tassi di interesse più elevati sui mutui e sui mercati immobiliari. 

Mercato azionario: il quadro della situazione

Passando ai mercati azionari, invece, possiamo già vedere che alcune imprese si stanno orientando su:

  • rallentamento delle assunzioni 
  • riduzione di specifici budget, in particolare, le spese per la tecnologia sono un tema molto diffuso
  • contenimento delle spese complessive.

Un approccio che tocca anche aziende di grande dimensione come Twitter e Meta (Facebook).

Le conseguenze saranno ben visibili nei prossimi mesi nei dati di bilancio delle società di hardware, software e servizi. 

Non è un caso che quasi la totalità delle ultime trimestrali ha evidenziato una grande prudenza da parte delle società stesse sull’andamento dei futuri risultati societari.

Mercato azionario e settore edile: cosa sta accadendo?

Un altro punto focale per il mercato azionario sarà l’edilizia abitativa

Con l’aumento dei tassi, i mutui ipotecari oggi costano molto di più rispetto a qualche mese fa (i mutui a 30 anni negli USA sono balzati a oltre il 5,5%, i livelli più alti dalla crisi finanziaria globale); ma per ora l’edilizia abitativa sta reggendo bene.

La spesa dei consumatori rimane il “pesce più grosso”. Gli Stati Uniti in particolare sono un’economia guidata dai consumi e i consumatori USA godono attualmente di buone prospettive di lavoro e di forti aumenti salariali nominali.

Insomma, l’unica “crepa” che potrebbe scorgersi nella loro capacità di spesa potrebbe essere dovuta agli effetti negativi derivanti dal calo dei prezzi delle azioni e delle obbligazioni.

In Europa, invece, dobbiamo ancora vedere degli aumenti salariali come quelli oltre oceano, ma i consumi non stanno ancora indicando dei dati in contrazione. Questo, ad oggi, rimane un buon segnale.

Quali sono le prospettive per i mercati finanziari?

La conclusione che possiamo trarre è che: sebbene i mercati siano scesi rapidamente nel 2022, potrebbero non riflettere ancora gli esiti di una domanda più debole (e profitti più deboli), o addirittura di una recessione. 

Questa conclusione rispecchia anche i recenti commenti del presidente della FED Powell, secondo cui un “atterraggio più difficile” per l’economia potrebbe essere inevitabile.

Il tormentone dei prossimi mesi sarà: soft landing o hard landing? Riusciranno le banche centrali a evitare un duro atterraggio dell’economia o daranno priorità a combattere l’inflazione (alzando i tassi)? Creeranno le condizioni per un ulteriore calo dei listini azionari? 

Sapere quando “abbastanza è abbastanza” è maledettamente difficile da determinare. È frustrante, ma è così. 

In termini macroeconomici e finanziari, i mercati hanno già scontato uno scenario molto negativo, ma forse non l’intera portata delle sfide che emergeranno in questo ciclo economico.

Per un investitore di lungo periodo, però, i momenti difficili devono essere visti come una grande opportunità di acquisto. La storia lo dimostra: sul lungo termine i mercati si rialzano e tornano a fare nuovi massimi!