In un’epoca caratterizzata da continue fluttuazioni economiche, tassi di interesse volubili e un’ampia gamma di opzioni di investimento, investire da soli può essere una sfida allettante, ma anche controproducente.

Prima di dedicarsi a investire il proprio denaro da soli, infatti, sarà necessario investire il proprio tempo. Ma questa scelta è davvero una buona gestione della “risorsa” tempo?

Cerchiamo di rispondere a questa domanda partendo dagli elementi in gioco quando si decide di investire da soli.

Imparare a investire da soli: 3 aspetti essenziali

Spesso si pensa che basti acquisire le conoscenze finanziarie per fare buoni investimenti. Niente di più sbagliato. Le competenze tecniche si possono imparare e di certo fanno la loro parte, ma c’è tutto il controllo dell’emotività e soprattutto la pianificazione finanziaria che vanno ad affiancare la parte tecnica. Vediamo questi elementi nel dettaglio.

1. Competenze tecniche 

Le competenze specifiche, come la capacità di interpretare dati di mercato, comprendere gli indicatori economici e valutare le performance aziendali, sono strumenti indispensabili per approcciarsi con consapevolezza al mondo degli investimenti.

La conoscenza tecnica non solo contribuisce a prendere decisioni d’investimento più informate ma aiuta anche a comprendere meglio i meccanismi di rischio e rendimento associati a diverse classi di asset, essenziale per l’elaborazione di una strategia finanziaria su misura che si allinei agli obiettivi personali di crescita patrimoniale.

In un mercato dinamico e a volte imprevedibile come quello finanziario, possedere una solida base di conoscenze tecniche può fare la differenza tra il realizzare rendimenti consistenti e subire perdite significative.

Eppure, tra i tre aspetti è certamente quello che pesa meno. Perché? La risposta è negli altri due elementi.

2. Emotività e investimenti

Gli esseri umani sono naturalmente inclini a lasciarsi guidare dalle emozioni, che possono sia fungere da catalizzatori sia, purtroppo, da ostacoli. Ecco perché l’influenza dell’emotività è un tema fondamentale anche quando si parla di investimenti.

Basta pensare che la gioia di un guadagno repentino può spingere a decisioni azzardate, così come la paura di una perdita può indurre a vendere in preda al panico, magari ai minimi di mercato. È stato dimostrato che, a livello emotivo, per compensare una perdita di 100 euro serve un guadagno di 225 euro.

L’educazione finanziaria e una profonda conoscenza dei propri comportamenti possono aiutare a minimizzare i rischi legati all’emotività e a perseguire con maggior successo gli obiettivi di investimento a lungo termine.

A questo punto entrano in gioco anche una buona pianificazione finanziaria e un consulente in grado di mantenere la rotta anche quando l’emotività sembra spingerci in un’altra direzione.

3. Pianificazione finanziaria

Non puoi farne a meno. Nessuno può farne a meno se è intenzionato a investire. Mi riferisco alla pianificazione finanziaria.

È, infatti, la bussola che ti guida attraverso le complessità dei mercati finanziari, indirizzandoti verso decisioni ponderate e allineate con i tuoi obiettivi di lungo termine.

Una pianificazione finanziaria inizia sempre con un’accurata valutazione della situazione attuale e contribuisce a mantenere la disciplina necessaria per resistere alle reazioni emotive, spesso dannose, e permette di costruire una base solida a supporto delle decisioni di investimento. 

Seguendo un piano finanziario ben strutturato, avrai più probabilità di raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissato e ridurre i rischi attraverso decisioni informate e calibrate.

Insomma, le competenze tecniche per saper investire servono, ma pesano molto di più l’emotività e una corretta pianificazione, proprio per non vanificare gli sforzi messi in campo con lo studio e la preparazione.

Investire da soli è un buon investimento?

Per capire se investire da soli è una strategia efficace è necessario parlare del fattore tempo. Abbiamo detto poco fa che dobbiamo acquisire delle competenze tecniche; partiamo da qui.

Il punto è che se il tempo che si impiega per imparare e rimanere aggiornati lo si impiegasse per aggiungere competenze per il proprio lavoro, in modo da migliorare la posizione e lo stipendio, ne verrebbe un vantaggio infinitamente maggiore, anche rispetto al costo da sostenere per avere un consulente finanziario al proprio fianco.

Lavorare con un consulente finanziario, infatti, porterebbe diversi vantaggi:

  • tempo risparmiato per studiare 
  • aumento delle competenze lavorative
  • aumento dello stipendio.

Oltre a tutti i vantaggi emotivi e operativi. Lavorare con un consulente finanziario permette anche di poter aumentare il capitale.

Investire il tempo in modo efficace: un esempio

Per fissare il concetto, possiamo passare ai fatti, o meglio, agli esempi.

Ipotizziamo di avere una casa con un grande giardino che richiede una manutenzione costante e specifica.

La prima idea potrebbe essere di ritagliare parte del nostro tempo per dedicarci a questa attività, imparando a usare attrezzi, conoscere piante e definire un programma che ci consenta di curare il tutto con i giusti tempi.

L’alternativa è pagare un professionista per occuparsi del giardino. 

Questa seconda strada sembra la più dispendiosa, ma pensandoci meglio, se il tempo e le risorse necessarie per imparare fossero spesi per migliorare la nostra posizione lavorativa, il costo del giardiniere diventerebbe secondario.

Per dirla con i numeri: se guadagno 50 euro all’ora, è conveniente pagare un giardiniere che ne costa 30 per sistemare il giardino.

Un altro esempio è quello che mette a confronto la storia di Luca e quella di Marco; se hai perso contenuto puoi recuperarlo in questo articolo: Cos’è l’educazione finanziaria?

E tu, avevi mai pensato a quanto tempo puoi liberare – e magari sfruttare per guadagnare di più – lavorando con un consulente finanziario?