Da molto tempo mi ponevo delle domande: quanto la sostenibilità è una “moda”? Quanto marketing c’è dietro? Cosa si intende davvero per “investimento sostenibile”? Quali sono le metriche che vengono utilizzate per capire se un’azienda è davvero “sostenibile”?
Per trovare le risposte mi sono iscritto a un master dell’università Bocconi e a dicembre ho ottenuto la qualifica di ESG Advisor.
Oltre la certificazione, seppur importante e prestigiosa, il vero traguardo è stato di entrare nel mondo degli “investimenti sostenibili”.
Cosa significa – davvero – investimento sostenibile?
Prima di tutto è necessario chiarire un paio di punti su cui si fa confusione.
Il primo punto, a mio parere, è il più grande equivoco che sta dietro alla parola sostenibile.
Tutti colleghiamo la parola sostenibile direttamente al tema ambiente, ai cambiamenti climatici, al mondo “green”. Ma in ambito economico e finanziario non è proprio così.
La parola sostenibile si traduce nella sigla ESG, acronimo di Environmental, Social e Governance.
Cosa significa ESG?
Environmental: i criteri ambientali esaminano il modo in cui un’azienda contribuisce alle sfide ambientali (rifiuti, inquinamento, emissioni di gas a effetto serra, deforestazione e cambiamenti climatici) e le sue performance in tal senso.
Social: i criteri sociali analizzano il modo in cui l’impresa tratta le persone (la gestione del capitale umano, la diversità e le pari opportunità, le condizioni di lavoro, la salute e la sicurezza, la vendita abusiva di prodotti).
Governance: i criteri di governance valutano il modo in cui un’azienda è amministrata (remunerazione dei dirigenti, strategia e pratiche fiscali, corruzione e abuso d’ufficio, diversità e struttura del consiglio).
I rating ESG assegnati alle varie società considerano la somma dei punteggi attribuiti ai tre aspetti ESG.
Potremmo quindi tranquillamente trovare un’azienda petrolifera (che di certo non possiamo definire “green” nel senso comune del termine) con un ottimo rating ESG, semplicemente perché, ad esempio, ha la mensa aziendale plastic free, offre ai dipendenti un asilo nido interno per i loro figli e ci sono 3 donne nel consiglio d’amministrazione.
Dunque, quando si parla di investimenti la parola sostenibile non va riferita solo al discorso ambiente. La voce Environmental, come abbiamo appena visto, conta solo per un terzo dell’equazione.
Sottoscrivere strumenti di investimento filtrati con i criteri ESG non equivale a un investimento su aziende virtuose dal punto di vista ambientale ed invece
Il secondo equivoco importante è quello degli investimenti tematici legati al mondo green e in generale alle energie rinnovabili. Purtroppo, a oggi, non sono “sostenibili” dal punto di vista ambientale: la catena di produzione e commercializzazione delle energie rinnovabili è ancora dannosa per il pianeta.
Come investire in aziende sostenibili dal punto di vista ambientale?
Per orientarsi in questa scelta, il supporto di un consulente con la qualifica di ESG Advisor può rivelarsi necessario e determinante, ma il primo passo è sempre la consapevolezza.
Ci sono principalmente 2 società al mondo che misurano il rispetto dei criteri ESG da parte delle varie aziende, assegnando i relativi rating.
La più fruibile è Sustaynalitics, grazie all’aggiornamento mensile dei rating di tutti i fondi ed ETF sul sito Morningstar.
Facciamo qualche esempio. Prendiamo in esame:
- ETF su SP500 (borsa USA)
- ETF su SP500, filtrato con i criteri ESG
- ETF su SP500, incluse solo le aziende già allineate agli accordi di Parigi per il contenimento delle temperature entro il 2050
- ETF corrispondenti alle aziende attive nei settori delle energie rinnovabili.
Teniamo presente che il punteggio misura il “rischio” di quell’azienda; quindi più è basso, meglio è.
Considerando i valori nella tabella, possiamo affermare che:
- gli ETF allineati agli accordi di Parigi non solo hanno un punteggio ESG totale migliore degli altri, ma sui criteri Environmental ha un punteggio quasi dimezzato rispetto al normale ETF SP500
- per gli ultimi due ETF il punteggio della prima colonna, quello che fa riferimento all’ambiente, è molto più alto rispetto a tutti gli altri.
Come possiamo tradurre queste osservazioni? In sintesi, il modo migliore oggi per investire in strumenti sostenibili per il pianeta è quello di scegliere investimenti Paris Aligned, ovvero già in linea con le direttive ambientali.
Possono riguardare solo il mercato europeo o americano, come quelli nella tabella, oppure agire sul mercato azionario mondiale.
Investimenti ESG e ambiente
E per chi volesse unire i criteri ESG e il rispetto dell’ambiente, c’è una buona notizia: sono da poco stati creati degli strumenti ad hoc.
Questi strumenti mirano a ridurre l’esposizione ai rischi climatici fisici e di transizione, perseguendo al contempo le opportunità derivanti dalla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, così da seguire gli accordi di Parigi sul clima.
Inoltre, la selezione di aziende avviene attraverso un severo filtro con elevate metriche ESG.
La crescente attenzione per l’ambiente farà sì che nelle scelte di investimento vengano privilegiate sempre maggiormente le azioni di società virtuose e impegnate a rispettare gli accordi di Parigi sul clima.
Questo si tradurrà nei prossimi anni in rendimenti migliori rispetto al resto del mercato.
Insomma, buoni per il pianeta, buoni per gli investimenti.