Diventare milionari – oppure miliardari ai tempi della lira – ha sempre avuto un fascino per le persone. Non a caso, troviamo diversi libri di finanza che parlano proprio di questo, un esempio è “The Millionaire Next Door” (Il milionario della porta accanto), di Thomas J. Stanley e William D. Danko.

Pur essendo un libro di non recente pubblicazione, risale, infatti, alla seconda metà degli anni ‘90, resta un testo attuale e per alcuni versi illuminante; soprattutto se si è alle prime armi, ancora giovani o, più semplicemente, non si ha idea di cosa serva per diventare ricchi.

La tesi del libro è molto semplice: il prototipo del milionario non è quello che immaginiamo. Ma allora, chi è?

Le abitudini dei milionari per avere successo

Vivono al di sotto delle proprie possibilità, danno priorità al risparmio rispetto alle spese, non spendono in modo frivolo in beni di lusso. E ancora, gestiscono il loro denaro pensando a lungo termine e risparmiano/investono circa il 20% del loro reddito

Insomma, i milionari della porta accanto sono disciplinati con i loro soldi, al contrario dell’immagine di spendaccioni che spesso ne hanno le persone.

Ma non è tutto, altre abitudini quotidiane tracciano il loro identikit:

  • sono più propensi a guidare una Ford che una Bentley 
  • evitano gli status symbol
  • la metà di loro ha vissuto nella stessa casa per più di 20 anni 
  • l’80% di loro apparteneva alla prima generazione di benestanti
  • tendono a vivere in quartieri composti per lo più da non milionari, i quali li superano numericamente in un rapporto di 3 a 1.

Un altro aspetto rilevante, riguarda le scelte lavorative dei milionari: la maggior parte sono lavoratori autonomi o possiedono un’attività. Non si tratta dunque di dipendenti. 

Qui è bene specificare che questi dati sono riferiti soprattutto agli USA, dove i lavoratori autonomi rappresentano meno del 20% dei lavoratori, ma quasi i due terzi dei milionari.

Non si parla solo di aziende high-tech appariscenti, ma anche di altri tipi di realtà imprenditoriali. Anzi, il “club dei milionari” possiede e gestisce principalmente aziende poco glamour, ma stabili e redditizie.

Un identikit del milionario di oggi

Il Wall Street Journal in un recente articolo traccia il profilo aggiornato del milionario della porta accanto: “La principale fonte di reddito per l’1% dei più ricchi negli Stati Uniti non è essere soci di una banca d’investimento o lanciare una startup tecnologica da un milione di dollari. È possedere un’attività regionale di medie dimensioni. Molte di queste sono decisamente noiose ed estremamente redditizie, come concessionarie di automobili, distributori di bevande, supermercati, studi dentistici e studi legali”.

Dunque, pur essendo il libro di Stanley e Danko un po’ datato, almeno per questo aspetto è ancora valido. 

Una delle caratteristiche comuni ai milionari – di ieri e di oggi – è infatti il loro approccio all’imprenditorialità e alla proprietà di aziende.

7 elementi comuni ai milionari

Nel libro, Stanley e Danko individuano 7 denominatori comuni tra le persone che riescono a creare ricchezza:

  1. vivono ben al di sotto delle loro possibilità
  2. usano tempo, denaro ed energia in maniera efficiente, in modi che favoriscono la costruzione della ricchezza
  3. credono che l’indipendenza finanziaria sia più importante che mostrare un elevato stile di vita 
  4. i loro genitori non hanno fornito un’assistenza ambulatoriale economica
  5. i loro figli adulti sono economicamente autosufficienti
  6. sono preparati e conoscono le opportunità date dal marketing
  7. hanno scelto una buona occupazione.

Si tratta di tutte condizioni che permettono di prendersi cura del proprio patrimonio facendolo crescere pur mantenendo un buon tenore di vita.

Che lavoro fare per essere milionari?

Una forte tendenza all’imprenditorialità è di certo un elemento forte. Anche i numeri in crescita lo confermano: il numero di titolari di imprese con un patrimonio pari o superiore a 10 milioni di dollari, al netto dell’inflazione, è più che raddoppiato dal 2001, raggiungendo quota 1,6 milioni nel 2022.

Avviare un’attività è difficile. È rischioso. Non ci sono garanzie che funzioni. Tutto questo può farlo sembrare un sogno irrealizzabile per molti. 

Considerato, però, che non tutti possiamo essere imprenditori, per tanti diversi motivi, sia attitudinali che emotivi, l’alternativa migliore è possedere azioni di società quotate in borsa. Se lo fai in un’azienda di cui sei proprietario o per cui lavori, è ancora più d’aiuto. 

Quando “The Millionaire Next Door” fu pubblicato, gli autori notarono che meno del 25% delle famiglie possedeva azioni o fondi comuni di investimento/ETF. Oggi, la percentuale si avvicina al 60%. Un vero progresso per gli USA, che sarebbe bello vedere un giorno anche in Italia.

Lo ammetto: il mondo è molto diverso da quando questo libro è stato pubblicato per la prima volta. Probabilmente le persone spendono più soldi di prima, persino i milionari della porta accanto. Ma nonostante qualche influencer voglia farci credere il contrario, costruire ricchezza richiede ancora disciplina, sacrificio e duro lavoro.

E non credo che questi attributi cambieranno mai.