Molta liquidità pronta a essere investita, pochissimi investimenti già in essere, orizzonte di lungo termine e buona tolleranza alla volatilità. Come ti comporteresti con gli investimenti, se ci fossero queste caratteristiche: market timing o gestione del rischio?

Non è semplice strutturare un percorso di investimento con esigenze che suggeriscono di creare un portafoglio molto azionario, con i mercati sui massimi di sempre e dopo un semestre in forte rialzo, come nella situazione attuale.

In molti casi è possibile effettuare già un primo ingresso sui mercati azionari, investendo, però, una buona parte delle somme a disposizione anche in strumenti obbligazionari a breve termine.

Ma operando in questo modo sto facendo market timing o sto facendo gestione del rischio?. Cerchiamo, allora, di capire cosa cambia tra questi due approcci.


Che cos’è il market timing?

Il market timing è una strategia di investimento che si basa sull’idea di prevedere i movimenti futuri dei mercati finanziari per entrare e uscire da posizioni di investimento al momento opportuno. 

Questa pratica cerca di massimizzare i profitti e minimizzare le perdite sfruttando i cicli di mercato e le tendenze economiche.

Gli investitori che si affidano a questo approccio spesso utilizzano l’analisi tecnica, per esaminare i grafici dei prezzi e identificare pattern ricorrenti, e l’analisi fondamentale, per valutare i dati economici, i rapporti finanziari delle aziende e altre informazioni di mercato per determinare il momento migliore per comprare o vendere azioni.


In quali casi non c’è market timing?

Per chiarire ancora meglio la situazione, voglio mostrarti 3 situazioni che vengono confuse con il market timing, ma in realtà non lo sono:

  1. ribilanciare il portafoglio non è market timing; è un modo per mantenere il tuo portafoglio in linea con il profilo di rischio dichiarato
  2. cambiare l’asset allocation con l’avanzare dell’età non rientra nel market timing; si tratta di una gestione prudente del rischio che considera la natura mutevole del rischio al variare dell’orizzonte temporale
  3. assumersi più o meno rischi man mano che le circostanze finanziarie nella tua vita cambiano non è market timing.  

Al contrario di ciò che accade negli esempi appena fatti, il market timing richiede che tu abbia ragione due volte: quando esci e quando rientri nel mercato. Ma non possiamo farci illusioni sul fatto di riuscire a riconoscere il massimo o il minimo dei mercati. 


Cosa si intende per gestione del rischio?

In ambito finanziario, la gestione del rischio è il processo di identificazione, valutazione e controllo delle minacce che potrebbero influenzare negativamente le risorse e il capitale di una persona o un’azienda. 

Queste minacce sono proprio i rischi e possono provenire da una vasta gamma di fonti, inclusi l’incertezza nei mercati finanziari, responsabilità legali, rischi di credito e perfino i disastri naturali.

La gestione efficace dei rischi è fondamentale per la salute finanziaria e operativa del portafoglio. Aiuta a proteggere le risorse e migliorare la pianificazione strategica.


Market timing e gestione del rischio: un confronto

Non è un caso se stiamo ragionando su market timing e gestione del rischio; nell’ambito degli investimenti, infatti, sono due delle strategie più discusse

Sebbene entrambe mirino a ottimizzare i rendimenti e minimizzare le perdite, approcciano l’obiettivo da angolazioni diverse. 

Vediamo, dunque, cosa le distingue nel dettaglio:

  • Il market timing riguarda la previsione. La gestione del rischio riguarda la preparazione.
  • Il market timing presuppone che tu sappia cosa accadrà in futuro. La gestione del rischio presuppone che tu non sappia cosa accadrà in futuro.
  • Il market timing è per le persone che pensano di essere più intelligenti del mercato. La gestione del rischio è per le persone che sanno di non esserlo.

Infine, non dimenticare che nel market timing hai bisogno anche di una certa dose di fortuna!

Market timing e gestione del rischio: quale approccio scegliere?

Spesso il miglior approccio decisionale è quello che guarda al passato, ma considera anche il compromesso rischio-rendimento nel presente.

È inutile prevedere la direzione dei tassi di interesse o degli utili aziendali. Nessuno può farlo – né la Fed, né i gestori di fondi obbligazionari, né gli esperti in TV o i guru sui social – nessuno. 

Ci sono troppe variabili in gioco: inflazione, crescita economica, preferenza degli investitori per il rendimento, intervento della banca centrale, ecc.

Tuttavia è possibile valutare l’attuale livello di rendimento in relazione al rischio e al rendimento intrinseco nei vari strumenti obbligazionari.

Ad esempio, con i rendimenti obbligazionari a breve termine al 3,50%, come in questo momento, non ha molto senso assumersi il rischio dell’azionario sull’intera somma a disposizione, facendo di fatto all in sull’azionario. 

Non si tratta di fare una previsione sul fatto che l’azionario scenderà a breve dell’X%, ma di applicare l’esperienza e il buonsenso

Si tratta di una decisione di compromesso tra rischio e rendimento in cui il rendimento potenziale dei prossimi mesi per l’azionario non è tanto più alto di quello delle obbligazioni a breve termine. 

Le tue volontà, necessità e capacità di correre rischi durante la tua vita cambieranno a seconda della tua situazione e sarebbe sbagliato non mettere mano al portafoglio sulla base di questi cambiamenti.

In altre parole, il market timing guarda solo ai risultati, mentre la gestione del rischio guarda l’intero processo di investimento, che è molto più importante.