Quando si vanno a guardare i rendimenti storici dei mercati finanziari, quasi sempre le statistiche che si trovano fanno riferimento ai mercati azionari USA, soprattutto all’indice SP500. 

Queste statistiche mostrano puntualmente come investire sia sempre un successo nel lungo periodo (a patto di aver investito in modo equilibrato ed efficiente).

Vale lo stesso anche per il resto del mondo?

Il dubbio è legittimo; anche perché non sappiamo come performeranno i mercati USA nei prossimi decenni.

Confrontiamo, allora, i rendimenti dei mercati americani rispetto a quelli del resto del mondo, per capire cosa è accaduto in passato sui vari mercati azionari mondiali.


Investimenti a lungo termine, cosa si intende?

Parlare di investimenti a lungo termine significa innanzitutto prendere decisioni finanziarie e fare investimenti che nel breve potrebbero non essere profittevoli, ma che porteranno grandi benefici dopo un determinato periodo di tempo

Ad esempio, investire su strumenti azionari diversificati potrebbe farti andare incontro a dei ribassi nel breve periodo, ma è uno dei modi più intelligenti ed efficaci per ottenere, nel tempo, i guadagni desiderati. 

La comprensione dei tuoi obiettivi, del tuo stile di vita e della tua propensione al rischio sono elementi chiave per orientare gli investimenti a lungo termine.


Rendimenti a lungo termine: US vs resto del mondo

Elroy Dimson, Paul Marsh e Mike Staunton, all’inizio degli anni 2000, hanno pubblicato il libro Triumph of the Optimists: 101 Years of Global Investment Returns, che esamina i dati storici dei mercati azionari di tutto il mondo dall’anno 1900.

Questo libro fornisce la risposta alla domanda che ci siamo appena fatti.

Fortunatamente per noi, gli autori aggiornano i dati su base annuale per il Credit Suisse Global Investment Returns Yearbook

L’ultima edizione, appena rilasciata, è piena di dati e grafici sui rendimenti a lungo termine nei mercati azionari di tutto il mondo.

I valori sulle prestazioni dei mercati sono reali, ovvero al netto dell’inflazione. In questo modo è possibile fare confronti migliori tra confini e regimi economici nel tempo.

Vediamo insieme cosa emerge da questi dati.


Rendimenti annuali reali: cosa sono?

I rendimenti annui reali, come indicato dal nome stesso, rappresentano la misura del rendimento ottenuto da uno specifico mercato, al netto del tasso di inflazione presente quell’anno.

Si tratta di uno strumento utile per gli investitori che cercano dati reali e tangibili per valutare il successo dei loro investimenti. 

Questi rendimenti, infatti, possono fornire una visione che va oltre i numeri grezzi e astratti della performance del mercato. 


Panoramica globale dei rendimenti reali annuali

Ecco i rendimenti annuali reali dal 1900 al 2022:

Gli Stati Uniti sono vicini alla vetta, ma non sono i migliori!

Dimson, Marsh e Staunton scompongono anche i rendimenti reali per azioni, obbligazioni e liquidità in vari intervalli di tempo. 

Ecco i risultati per gli Stati Uniti:

Il mio giudizio? Direi abbastanza bene, ricordando che queste performance sono già al netto dell’inflazione!

Invece, il resto del mondo senza gli USA:

Non è buono come gli USA, ma non si discosta tantissimo. Non notiamo un netto peggioramento.

Qual è stata la resa dei mercati fino a gennaio 2023?

Teniamo sempre a mente i grafici appena esaminati. 

L’MSCI World ex-USA, cioè l’indice di mercato azionario costituito da migliaia di titoli internazionali usato come metro di misura per i fondi azionari, in questo caso escludendo le borse USA, risale al 1970. 

I rendimenti annuali medi dal 1970 a gennaio 2023 sono:

  • S&P 500: 10,5%
  • MSCI ex USA: 8,4%

Ci sono 2 punti di vantaggio all’anno a favore degli USA, ma questo non significa che il resto del mondo abbia fatto male. 

Va detto, inoltre, che la maggior parte della sovraperformance degli Stati Uniti è arrivata dalla crisi finanziaria del 2008.

Fino alla fine del 2007, infatti, i valori dei rendimenti annuali erano i seguenti:

  • S&P 500: 11,1%
  • MSCI ex USA: 10,9%

Insomma, al netto della grande performance USA degli ultimi 15 anni, Stati Uniti o mondo faceva davvero poca differenza.

I mercati americani sono i migliori per investimenti a lungo termine?

Per cercare di capire se, oggi, c’è una grande differenza tra mercato USA e resto del mondo, abbiamo bisogno ancora di dati.

Il grafico di JP Morgan mostra i cicli di sovra e sotto-performance per le azioni sviluppate statunitensi e internazionali:

È evidente che non sempre gli USA siano stati il miglior mercato in cui investire.

Eppure, l’attuale corsa per le azioni statunitensi è la serie più lunga di sovraperformance dal 1970.

Molte persone sono serene nell’investire il loro intero portafoglio azionario sugli Stati Uniti, soprattutto perché oggi le società sono molto più globali.

Personalmente la ritengo una scelta errata. 

Mi spiego meglio: partiamo da questo grafico a torta di Goldman Sachs che mostra l’esposizione delle vendite delle società S&P 500 per area geografica:

Le società dell’SP500 effettuano il:

  • 71% delle vendite negli Stati Uniti 
  • 29% delle vendite nel resto del mondo.

Gli Stati Uniti hanno certamente ancora molti vantaggi rispetto al resto del mondo, come l’economia e i mercati finanziari più grandi e dinamici del mondo.

Scommettere contro di loro non è mai stata una buona idea e non consiglio di farlo ora. Ma non è corretto nemmeno dimenticare il resto del mondo

Internet ha uniformato il mondo in così tanti modi e creato nuove opportunità ovunque, che sarebbe ridicolo presumere che le persone in America siano le uniche a svegliarsi ogni giorno cercando di migliorare la propria vita.

La diversificazione internazionale non può proteggere da cattivi rendimenti su base giornaliera, settimanale, mensile o addirittura annuale.

Tuttavia ha lo scopo di proteggere gli investitori su orizzonti temporali più lunghi, nei quali le cose nelle varie aree geografiche potrebbero andare diversamente da come immaginiamo.

Non significa essere pessimisti rispetto alla situazione negli USA, anzi… è possibile essere rialzista a lungo termine sugli Stati Uniti, ma è saggio esserlo anche sul resto del mondo!