L’inflazione è in aumento in molte parti del mondo. I modelli per determinare il prezzo delle attività finanziarie suggeriscono che influenzi azioni e obbligazioni in modo simile, essendo in forte relazione con i tassi di interesse. 

Pertanto, alcuni investitori hanno iniziato a farsi due domande: i rendimenti azionari e obbligazionari inizieranno a muoversi in tandem? Cosa potrebbe significare per la diversificazione in un portafoglio bilanciato?

Rispondiamo insieme a queste domande.

Perché un portafoglio bilanciato è efficace?

È importante capire perché così tanti investitori a lungo termine detengono un portafoglio bilanciato di azioni e obbligazioni

Le azioni fungono da motore di crescita di un portafoglio: la fonte di rendimenti attesi più elevati. Tuttavia, se avessero sempre sovraperformato le obbligazioni, gli investitori avrebbero avuto scarsi incentivi a detenere anche obbligazioni. 

Sebbene i prezzi delle azioni siano aumentati nel tempo, la loro traiettoria non è stata dritta. Hanno avuto vari saliscendi e diverse contrazioni brusche lungo il percorso.

È qui che entrano in gioco le obbligazioni. 

Le obbligazioni in genere hanno agito da cuscinetto per il portafoglio, con saliscendi meno bruschi di quelli delle azioni. 

Questo modello di rendimento contrastante aiuta:

  • a ridurre al minimo le perdite sul valore rispetto a un portafoglio interamente azionario
  • gli investitori ad aderire a un piano ben ponderato in un ambiente di rendimento difficile.

Correlazione: cos’è?

Il termine correlazione è usato per spiegare come si muovono i rendimenti delle azioni e delle obbligazioni l’una rispetto all’altra. 

Quando i rendimenti si muovono nella stessa direzione, sono correlati positivamente.

Quando i rendimenti si muovono in direzioni diverse, sono correlati negativamente. 

La combinazione di asset correlati negativamente migliorerà la diversificazione, riducendo le fluttuazioni del valore del portafoglio nel tempo.


Correlazioni e tempo: come agiscono sul portafoglio?

Per rispondere alle domande che ci siamo posti poco fa, ho identificato i fattori che nel tempo hanno guidato i movimenti azionari e obbligazionari

Il principale tra questi fattori è l’inflazione. Ma ci vorrebbe molta più inflazione di quanto ci aspettiamo affinché azioni e obbligazioni si muovano insieme a un livello tale da ridurre il potere di diversificazione delle obbligazioni in un portafoglio bilanciato.

Vediamo perché.

Ultimamente i rendimenti azionari obbligazionari si sono mossi spesso nella stessa direzione e, a volte, sono stati addirittura correlati positivamente. 

Correlazioni positive verificatesi, però, per periodi relativamente brevi. E, lo sappiamo, negli investimenti il tempo conta.

Negli ultimi 20 anni le correlazioni azioni/obbligazioni sono state:

  • positive (azioni e obbligazioni si sono mosse nella stessa direzione) nel breve termine
  • negative (azioni e obbligazioni si sono mosse in direzioni opposte) nel lungo termine.

Ciò che è naturale ipotizzare è che questo andamento persisterà.

Come l’inflazione agisce sui rendimenti?

L’inflazione sposta i rendimenti azionari e obbligazionari nella stessa direzione

Quanta inflazione ci vorrebbe per spostare le correlazioni di rendimento da negative a positive? La risposta è semplice: molto.

Secondo i numeri, ci vorrebbe un’inflazione media di 10 anni del 3,5%

Questo non è un tasso di inflazione annuale, è una media su 10 anni. Mi spiego meglio: per raggiungere una media del 3% su 10 anni, nei prossimi cinque anni, dovremmo mantenere un tasso di inflazione annuo del 5,7%. 

Al contrario, si prevede che l’inflazione nei prossimi anni non sarà superiore al 2,5%, il che sposterebbe la media degli ultimi 10 anni a solo l’1,8%.

Le banche centrali, nei loro sforzi per garantire la stabilità dei prezzi, puntano al 2% di inflazione media annua, molto al di sotto della soglia che causerebbe ribassi contemporanei di azioni e obbligazioni. 

Portafoglio 60/40: quanto è efficiente?

Partiamo da una premessa: l’asset allocation, più della correlazione, influenza i risultati del portafoglio.

Cosa significa questo per il tradizionale portafoglio 60% di azioni/40% di obbligazioni?

Nelle simulazioni di portafoglio, le correlazioni positive e negative hanno certamente influenzato le fluttuazioni dei valori del portafoglio, ma hanno avuto un impatto limitato sui risultati a lungo termine.

Aumentare l’azionario all’80%, dal 60%, porta a un cambiamento più evidente nel profilo di rischio del portafoglio rispetto a un portafoglio standard 60/40, pur in un periodo di correlazione positiva tra azioni e obbligazioni.

In altre parole: i risultati del portafoglio sono determinati principalmente dalle asset allocation (quanto azionario e quanto obbligazionario si ha in portafoglio). 

Questa è una buona notizia perché, con un’adeguata pianificazione, gli investitori con portafogli bilanciati dovrebbero essere ben posizionati e rimanere sulla buona strada per raggiungere i propri obiettivi, invece di dover sterzare per evitare eventuali ostacoli sul percorso.