Tenere tutto il denaro sul conto corrente può aiutarci a dormire sonni tranquilli? Se a un primo sguardo potrebbe sembrare di sì, a una valutazione più approfondita bisognerebbe ammettere che le notti insonni potrebbero arrivare in futuro.
Il rovescio della medaglia, infatti, è che, così facendo, non si riesca a proteggere il proprio potere d’acquisto.
Rischio e rendimento sono strettamente connessi. Se vuoi tenere il passo o battere il tasso di inflazione, devi accettare un po’ di volatilità nel tuo capitale. Non puoi permettere che le preoccupazioni a breve termine facciano deragliare i tuoi piani a lungo termine.
Molto spesso, il denaro riguarda più il comportamento che i numeri. Approfondiamo, quindi, proprio questo aspetto.
Cosa si intende per finanza comportamentale?
La finanza comportamentale lega la ricerca scientifica alla psicologia cognitiva con l’obiettivo di capire come vengono prese le decisioni finanziarie, da cosa sono influenzate e come a loro volta influenzano i mercati e l’economia.
Esiste anche l’economia comportamentale, che, insieme alla finanza comportamentale cerca di spiegare come la presenza o l’assenza della parte più razionale degli investitori siano un elemento da considerare come agente economico.
Come agisce il comportamento sugli investimenti?
Il miglior predittore del comportamento futuro è il comportamento passato.
Alcuni investitori semplicemente non riesco a fare a meno di lasciarsi trascinare dalle condizioni specifiche di un determinato momento e farsi influenzare.
Potrebbero essere più spaventati o più tranquilli a seconda delle emozioni altrui, ovvero se gli altri sono a loro volta spaventati o tranquilli.
Cercano di cronometrare il mercato: pur avendo un piano finanziario, non riescono a seguirlo nei momenti più importanti. Non ci riescono proprio.
Queste persone potrebbero aver bisogno di una valvola di sfogo comportamentale o di un cambio di strategia per aiutarli a mantenere la rotta.
Questo perché la conoscenza e la forza di volontà da sole non sono sufficienti.
Finanza comportamentale: Montier e il cambiamento
Montier ha scritto un libro eccellente che analizza in dettaglio i nostri numerosi dubbi come specie quando si tratta di comportamenti di investimento inadeguati.
Si tratta del testo: Il piccolo libro penso dunque investo, di James Montier.
Nella conclusione del libro, Montier ammette:
“È il momento della confessione. Come può testimoniare chiunque mi conosca, sono in sovrappeso (anche se preferisco pensare a me stesso come semplicemente troppo basso per il mio peso). Infatti, secondo l’indice di massa corporea che mette a confronto l’altezza con il peso sono al confine tra sovrappeso e obeso.
So come correggere questo problema. Dovrei semplicemente mangiare di meno. Tuttavia, trovo che questo sia incredibilmente difficile da realizzare. Quindi, nonostante io sappia come cambiare, non cambio, quindi la mia conoscenza non si traduce in un comportamento migliore. Piuttosto archivio le informazioni nella categoria “cose che conosco e scelgo di ignorare”.
Quello che Montier ci sta confessando è che sa cosa fare, conosce la strada giusta, ma non riesce a decidersi a percorrerla, è qualcosa fuori dalla sua volontà e dalla sua portata.
Il parallelismo con gli investimenti è evidente. Anche in questo caso, potresti sapere di dover cambiare e come fare per cambiare, ma potresti non voler adottare questa soluzione.
Alle volte la soluzione, semplicemente, non è all’altezza della natura umana.
Ecco perché potrebbe essere necessario mettere in atto sistemi per proteggersi dal proprio sé interiore.
Perché devi conoscere i tuoi comportamenti finanziari?
Esistono diversi tipi di investitori:
- alcuni hanno la capacità di seguire un portafoglio in ogni caso. Possono stare con le mani in mano e non fare nulla durante un mercato ribassista e non agire sulla FOMO (fear of missing out) durante un mercato rialzista. Non hanno bisogno di miglioramenti comportamentali
- altri, invece, non hanno la capacità di superare le tempeste e al primo ribasso serio di mercato vanno in difficoltà emotiva. Questi investitori potrebbero dover abbassare la volatilità del loro portafoglio e/o incorporare altre strategie per mantenere la rotta pianificata.
Dunque non si tratta di avere per forza una via di fuga comportamentale, di migliorare i propri comportamenti finanziari, non c’è una regola generale che devono adottare tutti, piuttosto il punto è di conoscersi come investitori.
Ad esempio, se sai di lasciarti influenzare facilmente, puoi iniziare a lavorare con piccoli passi: se destinare il 10% a una determinata strategia (solitamente la parte “ludica” dei tuoi investimenti) ti consente di restare fedele alla strategia pianificata per il restante 90% che è di natura più a lungo termine, è già una vittoria.
La finanza comportamentale ti aiuta a restare stabile anche quando il mercato non lo è. A rimanere sicuro nelle tue decisioni anche quando tutti dicono il contrario.
Ecco perché ogni investitore dovrebbe prestare attenzione a questo aspetto e a conoscere e, se necessario, cambiare i propri atteggiamenti.
Anche i consulenti devono fare la loro parte in questo percorso, informando e sostenendo il cliente, ma soprattutto imparando a conoscerlo a fondo.
Non è possibile aiutare davvero qualcuno a investire i suoi soldi, se non si conosce come si comporta quando prende decisioni finanziarie.