Alcune persone si chiedono se rendimenti obbligazionari più elevati significhino problemi per il mercato azionario.
I rendimenti più elevati sono certamente una buona notizia per gli investitori a reddito fisso, ma è importante riconoscere la differenza nelle caratteristiche di rendimento tra azioni e obbligazioni.
Approfondiamo proprio questa tematica.
Quali sono i rendimenti dei mercati?
Il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni ha recentemente raggiunto il 5% negli USA, il livello più alto dall’estate del 2007, e anche in Italia, ai massimi dalla crisi del debito del 2011.
Si tratta di valori superiori al rendimento da dividendi del 90% dei titoli dell’S&P500 (il principale indice azionario USA).
Il rendimento dei dividendi sull’S&P500 è in calo da anni a causa di una combinazione di valutazioni in aumento e del maggiore utilizzo di riacquisti di azioni proprie da parte delle società (i cosiddetti buyback).
Finora questi rendimenti da dividendi inferiori alla media sono stati comunque sufficienti per offrire una certa concorrenza ai rendimenti obbligazionari negli ultimi anni. Ora non bastano più!
Per capire cosa sta cambiando, affidiamoci, come sempre, ai dati.
Rendimenti azionari e rendimenti obbligazionari: un confronto
Partiamo dal rendimento storico dei dividendi sull’S&P500 rispetto al rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni risalente al 1926:
All’inizio del XX secolo, per decenni, le azioni hanno avuto rendimenti da dividendi maggiori delle obbligazioni. Ciò è stato in parte dovuto al crollo della Grande Depressione degli anni ’20 e ’30 che ha reso particolarmente convenienti i prezzi delle azioni.
Questa relazione si è invertita durante il mercato rialzista degli anni ’50 e il periodo inflazionistico iniziato negli anni ’60.
Le azioni non hanno reso più delle obbligazioni fino al periodo in cui si è verificata la Grande Crisi Finanziaria all’inizio del 2009.
Il grafico ci mostra proprio che dal 2009 al 2021 è stato un alternarsi di maggior rendimento tra azioni e obbligazioni.
Rendimenti obbligazionari: qual è la situazione attuale?
Le obbligazioni, oggi, hanno un chiaro vantaggio!
Partiamo da questo presupposto, indicato proprio dai valori ai quali ci siamo appena riferiti, e proviamo a capire cosa sta accadendo affidandoci a un esempio pratico.
Prendiamo un investitore focalizzato sul rendimento che sta pensando di investire al 5% annuo in titoli di Stato per il prossimo decennio.
Si tratta di 5.000 euro lordi all’anno, per un totale complessivo di 50.000 euro (circa 44.000 euro netti) di interessi per tutta la durata dell’obbligazione.
Un risultato piuttosto positivo, soprattutto se paragonato ai miseri rendimenti offerti dalle obbligazioni negli ultimi 15 anni.
L’attuale rendimento da dividendi dell’S&P500 dell’1,6% (pari a 1.600 euro annui), invece, non si avvicina nemmeno minimamente a quelle cifre.
Ma i rendimenti sul mercato azionario non funzionano allo stesso modo dei normali pagamenti di cedole obbligazionarie.
Rendimenti azionari: come si comportano?
I rendimenti azionari seguono un andamento piuttosto lineare: i pagamenti dei dividendi tendono ad aumentare nel tempo.
Dal 1926, i dividendi sul mercato azionario statunitense sono aumentati a un tasso annuo del 5%.
E anche se oggigiorno i riacquisti di azioni proprie rappresentano una parte ancora maggiore dell’equazione, i dividendi sono cresciuti ancora più velocemente nei tempi economici moderni, aumentando del 5,7% e del 5,9% annuo rispettivamente dal 1950 e dal 1980.
Storicamente, inoltre, i dividendi rappresentano una meravigliosa copertura contro l’inflazione, poiché le aziende aumentano tali pagamenti nel tempo.
Torniamo al nostro esempio e cerchiamo di essere prudenti: supponiamo che il tasso di crescita annuale dei dividendi del 5% rimanga in vigore. In 10 anni i dividendi passano da 1.600 euro a quasi 2.500 euro.
Per eguagliare il rendimento del 5% annuo dei titoli di Stato sarebbe necessaria una crescita dei mercati azionari appena del 2,5% all’anno.
Ma come si dice spesso, “non ci sono pasti gratis in finanza”: la volatilità è l’ovvio compromesso in questo confronto.
Cosa scegliere tra azioni e obbligazioni?
Per prendere una decisione di investimento consapevole non possiamo semplicemente guardare i rendimenti di azioni e obbligazioni.
I rendimenti del mercato azionario e quelli del mercato obbligazionario sono soggetti diversi con caratteristiche di rischio diverse.
Si deve capire in cosa si sta investendo e perché lo si sta facendo, prima di investire in qualsiasi asset class o strategia.
La buona notizia è che la diversa natura delle azioni e delle obbligazioni le rende utili ai fini di diversificazione:
- le obbligazioni forniscono un reddito regolare a intervalli prestabiliti, mentre le azioni forniscono accesso a flussi di cassa e utili che, nel tempo, sono cresciuti più del tasso di inflazione
- l’inflazione è un rischio a lungo termine per i flussi di cassa obbligazionari, ma le azioni aiutano a proteggersi dall’impatto dannoso dell’aumento dei prezzi
- il mercato azionario è imprevedibile nel breve periodo, mentre le obbligazioni a breve termine tendono a essere più stabili e noiose.
Sommando tutte queste riflessioni, possiamo dire che un portafoglio che utilizza una combinazione di azioni, obbligazioni e liquidità fornisce un’opzione duratura con semplici asset class.
La diversificazione non funziona sempre, ma funziona per la maggior parte del tempo e questo è quanto di meglio si possa sperare nei mercati.
In assenza della capacità di prevedere il futuro, un portafoglio ben diversificato è in grado di resistere a un’ampia gamma di risultati e rappresenta ancora la soluzione migliore per il successo a lungo termine sui mercati finanziari.