Il sogno di poter vivere di rendite passive è sempre più diffuso, soprattutto tra i giovani. Tra le varie possibilità che la finanza offre, quella che affascina di più è di vivere di dividendi.

Va subito precisato che, oltre ai dividendi, è possibile riferirsi anche alle cedole; i dividendi, infatti, sono staccati dalle azioni, mentre le obbligazioni staccano cedole. 

In entrambi i casi, l’obiettivo è lo stesso: puntare su un reddito fisso slegato dal proprio impiego. Ciò significa affidarsi a una somma di denaro sufficiente a mantenere il proprio stile e tenore di vita; una somma che arriva ogni anno senza la necessità di continuare a lavorare. 

Ma è davvero così? La realtà, purtroppo, è ben diversa da quanto spesso viene raccontato. 

Vivere di dividendi: attenzione a 3 problemi principali

Partiamo dal presupposto che, per poter davvero vivere di dividendi bisogna conoscerli al meglio. E ancora non basta. Oltre ai rischi e alle opportunità celate nei dividendi, è necessario essere consapevoli di alcuni tranelli da evitare.

Vediamo i 3 principali errori che si tende a commettere.

1. La prospettiva temporale

A 20, 25 o 30 anni, si può pensare che 15.000/20.000 euro l’anno siano sufficienti per vivere. Ciò potrebbe anche essere giusto, pensando solo a quel determinato periodo della vita, tuttavia, il tempo passa, le esigenze cambiano.

Basta pensare al momento in cui si va a vivere da soli, si costruisce una famiglia; quando aumentano le spese mediche e le necessità quotidiane si trasformano. A tutto questo, va aggiunto l’effetto dell’inflazione, che riduce progressivamente il potere d’acquisto.

Quindi, anche ammesso che oggi si riesca a vivere con una certa cifra, tra 10, 20 o 30 anni ci vorranno importi ben superiori. Di conseguenza, anche il capitale iniziale necessario per vivere di dividendi deve crescere in maniera proporzionale.

2. La rendita prematura

Un altro errore molto comune è iniziare a percepire dividendi quando il capitale non è ancora abbastanza grande. Questo depotenzia l’effetto più forte a disposizione dell’investitore: l’interesse composto.


Cos’è l’interesse composto?

L’interesse composto è un meccanismo finanziario secondo il quale gli interessi maturati su un determinato investimento sono sommati alla cifra iniziale investita

In questo modo è possibile far crescere gli interessi nel tempo, poiché tale interesse viene calcolato sul capitale iniziale e sulle altre somme accumulate. 


In pratica, ogni euro incassato in dividendi e non reinvestito riduce la possibilità di crescita del patrimonio. 

Inoltre, non va trascurato che, anche quando si reinvestono i dividendi, lo si fa al netto delle tasse pagate sull’incasso, creando un’inefficienza finanziaria non trascurabile.

Certo, aver incassato 1.000 o 5.000 euro di dividendi in un anno può portare a un certo entusiasmo. Tuttavia, è bene fare dei conti più precisi, staccandosi da questa euforia iniziale. Incassare dividendi in quella fase, infatti, si rivela più dannoso che utile. 

Se al primo impatto, ci sembra di essere riuscita a toglierci qualche sfizio extra e di aver subito goduto dei benefici, in realtà, non è così: è solo una questione di mental accounting. Questi soldi utilizzati sono semplicemente una parte del proprio patrimonio, a prescindere che arrivino dai dividendi o meno.


Cos’è il mental accounting?

Il mental accounting riguarda una teoria economica secondo la quale tendiamo a suddividere il denaro in base alla loro provenienza e al loro utilizzo.  Ciò significa che la nostra mente suddivide il nostro patrimonio distinguendo vari conti separati e non trattando la somma nella sua interezza. Insomma, un vero e proprio sistema di contabilità mentale.


3. Dividendi generosi vs crescita del capitale

Un altro aspetto spesso sottovalutato riguarda la natura delle aziende che pagano dividendi elevati. Le imprese che distribuiscono gran parte dei loro utili agli azionisti tendono a reinvestire meno nello sviluppo e nella crescita del business. 

Questo meccanismo, nel lungo termine, può tradursi in una crescita inferiore del capitale investito, portandoci, ancora una volta, a non avere una cifra corrispondente alle aspettative e allo stile di vita desiderato.

Un esempio clamoroso è quello della Berkshire Hathaway di Warren Buffett, una delle aziende più ammirate al mondo, che non ha mai distribuito dividendi. 

Buffett, infatti, ha sempre preferito reinvestire gli utili per far crescere il valore della società, aumentando così il patrimonio degli azionisti.

Come fare per vivere di dividendi?

Vivere di dividendi è certamente un sogno possibile, ma va costruito con consapevolezza. Ecco, quindi, due importanti consigli di partenza:

  1. prima di puntare a generare una rendita, costruisci un capitale significativo
  2. lascia crescere questo capitale sfruttando tutto il potere dell’interesse composto.

I risultati non saranno immediati. Curando con costanza e calma questi aspetti, a un certo punto del percorso avrà senso “attivare” una rendita passiva. E quando quel momento arriverà, ci si renderà conto che è stato il frutto di una pianificazione, non di una scorciatoia.

La vera libertà finanziaria richiede pazienza, metodo e una profonda cognizione delle proprie scelte.